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Cereali, legumi e digiuno

curano la sclerosi multipla?

    

Di FRANCESCO BOTTACCIOLI

 

 

 


Da quando, negli anni ’50 e ’60, Catherine Kousmine, medico e ricercatrice di origine russa naturalizzata svizzera, morta qualche anno fa, cominciò a curare numerose malattie degenerative con un particolare regime dietetico e supplementi vitaminici, sempre più persone sofferenti di sclerosi multipla si sono affidate a questo tipo di cure.

E non sono mancati i casi di remissione più o meno definitiva della malattia, documentata anche dalle immagini cerebrali di Risonanza Magnetica. Fino ad ora però nessuno ha dato la dimostrazione dell’efficacia di questo metodo terapeutico nell’unico modo che la scienza riconosce e cioè con uno studio controllato.

Adesso ci prova la Regione Umbria che, con Deliberazione di Giunta n° 4696/1998, ha raccolto una proposta in tal senso dell’Associazione Pro.me.te.o. (con una larga presenza di pazienti di sclerosi multipla) decidendo di finanziare uno studio controllato. Il comitato incaricato di portare avanti lo studio ( composto da Vincenzo Gallai, direttore della clinica neurologica dell’Università di Perugia, Gianni Barro, epidemiologo della regione, Renzo Ricci, presidente dell’associazione Pro.me.te.o.) ha perfezionato i criteri e le modalità di reclutamento dei pazienti.

Lo studio durerà due anni e si articolerà in due gruppi di 40 pazienti l’uno. Un gruppo verrà trattato con la terapia standard ( interferore – beta e cortisone) e l’altro invece senza farmaci, ma con un’alimentazione secondo il metodo Kousmine e integratori vitaminici.

Sia il gruppo in trattamento “naturale” che il gruppo di controllo verranno attentamente seguiti dalla Clinica Neurologica perugina con una batteria di esami molto ampia: dalla Risonanza Magnetica ( per controllare l’evoluzione delle lesioni cerebrali ) ad esami di valutazione del sistema immunitario sofisticati e in linea con la ricerca internazionale. Al tempo stesso il laboratorio di invecchiamento cellulare dell’IDI Farmaceutici di Pomezia, diretto dal biochimico Siro Passi, studierà lo stato dello “stress ossidativi cellulare” ( e cioè la produzione di radicali liberi) in tutti i partecipanti allo studio e fornirà gratuitamente al gruppo in trattamento le vitamine antiossidanti (vitamina E e Ubichinolo) utili a contrastare l’eccesso di radicali liberi.

Il metodo Kousmine si basa su una alimentazione che esclude carne rossa, latte e derivati, mentre fa un largo uso di cereali integrali e legumi. Per favorire una adesione larga ed effettiva alla terapia naturale, l’Associazione Pro.me.te.o. organizzerà: 1) un negozio dove potersi fornire di prodotti biologici sicuri; 2) conferenze di illustrazione dei presupposti scientifici della sperimentazione; 3) corsi di cucina per la preparazione di pasti; 4) corsi per apprendere tecniche di rilassamento e di concentrazione al fine di aumentare l’adesione al progetto e ridurre le perdite.

Nel centro “Essere” di Perugia, con l’assistenza del medico agopuntore Massimo Roia, verrà praticato a tutti i membri del gruppo sperimentale un digiuno iniziale per favorire la disintossicazione dell’organismo.

Quali sono i presupposti scientifici di questa sperimentazione? Per 30 anni si è cercato il virus che secondo alcuni sarebbe l’origine della sclerosi: non si trovato ormai e nessuno lo cerca più. Nell’ultimo decennio ha preso molto piede l’ipotesi genetica, ma studi approfonditi hanno dimostrato che la genetica al massimo conferisce una suscettibilità ad ammalarsi.

Ma per ammalarsi c’è bisogno di un fattore ambientale che colpisce i predisposti: una alimentazione ricca di saturi (carne rossa e latticini) può essere questo fattore scatenante. Del resto è un dato di fatto che la malattia è esplosa in questo secolo ( che è caratterizzato da una dieta molto più “grassa” di quella del secolo scorso) e che la sua diffusione è massima nel nord America e nel nord Europa ( dieta ricca di carne rossa, burro, formaggi) mentre è minima scendendo verso Sud ( abbondanza di vegetali e cereali).

L’augurio è che da Perugia vengano risultati che contribuiscano a far luce sulle cause di questa misteriosa malattia e che soprattutto migliorino la terapia che è ancora, purtroppo, di modesta efficacia.