IDROCOLONTERAPIA

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400 metri quadri di superficie; 80 % circa del sistema immunitario dell’organismo….

Basterebbero questi 2 dati a catturare l’attenzione di chiunque, volendo studiare il corpo umano dovesse fare delle “ graduatorie” di importanza tra i vari organi e gli apparati.

Stiamo parlando dell’intestino, una regione troppo poco considerata nelle gerarchie mediche ma che di prepotenza si propone ai nostri giorni quanto mai come centrale par la nostra salute.

A fronte infatti dei due metri quadrati sviluppati dalle superficie cutanea ( la pelle come noi la vediamo e la tocchiamo, il rivestimento esterno del nostro corpo) esistono ben 450 m quadrati di mucosa ( la pelle “ interna” cioè che riveste le cavità interne del nostro corpo) di cui 400 sviluppati dal solo intestino. Come è possibile, questa è una delle tante meraviglie della Natura: nell’ intestino ci sono delle pieghe, le pliche, che hanno la funzione di ampliare la superficie di assorbimento dei cibi, pensate alla tela di una fisarmonica che da chiusa venga stesa per tutta la sua grandezza! Orbene, in queste pieghe ci sono delle altre pieghe piccolissime, ma ovviamente numerosissime, che svolgono la stessa funzione di ampliare la superficie assorbente; e si chiamano “i villi intestinali”. In ognuno di questi villi ci sono a loro volta delle numerosissime pieghe chiamate “microvilli”, che sono appunto quasi microscopiche, ma che, sommate tra di loro ci consentono di avere a disposizione una superficie per l’assorbimento, vasta all’incirca come un campo di tennis, tutta ripiegata all’interno del nostro addome dove pure deve dividere lo spazio con occupanti ingombranti più o meno come il fegato, il pancreas, la milza, lo stomaco, i reni, la vescica…….

La finalità di tale estensione è giustificata dalla funzione di assorbimento che deve avvenire in condizioni del tutto particolari: infatti non sarebbe possibile ipotizzare un ristagno del cibo lungo l’intestino, se non nel tratto finale dove la spinta dello stomaco, propagatasi alle pareti muscolari dell’intestino tenue (cioè la prima parte più lunga e più stretta, che assorbe la maggior parte dei principi nutritivi) la peristalsi così detta si esaurisce. Il cibo infatti ,in forma semiliquida, scorre sulla superficie mucosa e le molecole vengono catturate da speciali strutture poste sulle membrane cellulari ( le pareti dell’intestino, come mattonelle accostate) ed il cibo in definitiva non passa “ tra“ le cellule, cioè come attraverso uno scolapasta, ma attraverso le pareti delle cellule stesse in modo tale che la membrana fa la selezione di ciò che deve (il cibo) e ciò che non deve entrare mai (batteri, molecole proteiche troppo grandi..).

Anche ciò, se ci pensiamo bene, ha del meraviglioso: questa struttura deve essere in definitiva aperta e chiusa nello stesso tempo e deve funzionare anche a discreta velocità poiché, come dicevamo, il cibo ristagnerà solo una volta raggiunto il grosso intestino e cioè il colon dove si formano quelle che chiamiamo le feci cioè il rifiuto finale del processo digestivo; nel colon avviene anche la regolazione dell’idratazione delle feci cioè dell’acqua che partecipa alla loro composizione. Normalmente i residui alimentari dovrebbero rimanere nell’organismo non più di alcune ore, infatti una regolare attività intestinale porta all’eliminazione delle feci 1 – 2 volte al giorno.

Purtroppo, a causa di fattori ambientali notevolmente cambiati negli ultimi anni, è sempre in aumento nella civiltà evoluta la percentuale di individui che non riescono ad avere un’attività regolare e non è raro, ormai, il caso di persone con forme di stitichezza così resistenti da non evacuare anche per 15 giorni consecutivi o da riuscire ad avere un’attività intestinale appena accettabile con l’aiuto di potenti lassativi.

Prima di parlare però dei fattori suddetti, vorrei porre l’attenzione su una componente la cui importanza è stata da sempre sottovalutata, anzi bistrattata dall’opinione medica corrente e cioè l’importanza e le funzioni della flora batterica intestinale!

Essa costituisce infatti un vero e proprio “organo” dal peso “totale” superiore al peso del fegato.

Le funzioni di questo pool di microrganismi man mano che vengono studiate si rivelano sempre più straordinarie.

Mai a caso ha paragonato la flora batterica intestinale ad un organo ne pensiamo che un suo corretto funzionamento ci protegge dalle più gravi malattie delle civilizzazione e provvede entro certi limiti a colmare alcune importanti carenze nutrizionali. Capace infatti di produrre vitamine direttamente “sul posto”, ha garantito una integrazione importantissima misconosciuta in tutti quei casi in cui l’alimentazione “normale” non era sufficiente. Sempre di più, infatti, la raffinazione, la conservazione ed in generale i trattamenti chimici e fisici cui sono sottoposti, causano un impoverimento degli alimenti soprattutto sotto l’aspetto del contenuto vitaminico.

Inoltre il cambiato regime dietetico (aumento delle proteine animali e raffinazione dei cereali soprattutto) ha determinato un cambiamento della composizione in percentuale della F.B.I. (flora batterica intestinale) a vantaggio dei microrganismi cosiddetti “putrefattivi” e che producono gas in abbondanza ed a svantaggio dei lattobacilli; si sono inoltre attivati in maniera crescente i microrganismi …… “candida” con ulteriore peggioramento dell’ambiente intestinale.

Due studiosi tedeschi a tal proposito hanno proposto teorie di grande interesse che mettono in relazione tali modifiche con il continuo aumento delle malattie degenerative: quelle neoplastiche e quelle autoimmuni.

Secondo RECKEWEG, il padre dell’OMOTOSSICOLOGIA la perdita della perfetta tenuta dell’intestino violentemente dilatato dai gas e danneggiato dalla grande quantità di sostanze ossidanti ( radicali liberi..) provocherebbe il passaggio nel sangue di parti di alimenti “troppo grandi”, che non oltrepasserebbero il filtro intestinale normalmente.

Questo essere troppo grandi significa che una sostanza ha ancora delle caratteristiche dell’organismo da cui proviene, per cui non può essere accettato dal nostro organismo.

I singoli aminoacidi non sono trattati come corpi estranei perché costituiscono anche i nostri tessuti, ma se sono combinati in serie precise ma diverse, per esempio a formare una cellula muscolare di un vitello che noi abbiamo ingerito, e quindi non abbiamo ancora completamente digerito cioè sciolto nei singoli componenti aminoacidi, questa frazione appunto troppo grande verrebbe subito affrontata, attaccato dai nostri sistemi difensivi con processi di coniugazione, cioè ad essa verrebbero attaccati ad altri aminoacidici nell’intento di renderla più facilmente eliminabile dal rene.

A tali processi, però, farebbe seguito anche l’attivazione del sistema immunitario che, con cellule specializzate, andrebbe ad attaccare e distruggere queste nuove, complesse strutture estranee.

Nella miriade di possibilità di queste ricombinazioni si formerebbero quindi, anche se molto raramente, strutture simili a quelle del corpo umano e per similitudine gli anticorpi formatisi su quello “stampo” attaccherebbero anche le strutture che gli assomigliano cioè quelle del nostro corpo dando così origine a quelle che chiamiamo le malattie autoimmuni.

Secondo Costantini, lo sviluppo della Candida, un fungo che normalmente è presente in forma di spore nell’intestino ed è per così dire controllata dalla F.B.I., in caso di alterazione di quest’ultima prolifera e sviluppa la forma vitale che, essendo un fungo, produce dei prolungamenti, delle specie di radici dette “ife” che avrebbero la capacità di infiltrare la parete intestinale creando degli spazi tra le cellule e permettendo così il passaggio di quella grande quantità di sostanze tossiche ossidanti, radicali liberi…. Che poi anche a distanza sarebbero capaci di originare tumori o almeno di favorirne la formazione ma che non sarebbero passate in circolo e quindi “ dentro” di noi se la barriera fosse rimasta integra.

Ma un altro fenomeno a mio parere crea ulteriori problemi al mantenimento della nostra salute: il ristagno nelle dilatazioni intestinali che si sono formate per i meccanismi prima citati di sostanze molto tossiche sia a livello locale (contatto prolungato con la mucosa) sia per tutto l’organismo (per l’aumentata probabilità di passare in circolo).

Non tutti concorderanno nella reale esistenza, o meglio sulla possibilità che si formassero realmente queste zone di ristagno, queste “tasche funzionali” all’interno dell’intestino crasso (il colon).

Ora però alla luce degli ultimi riscontri non è più possibile alcun dubbio. Su tutti un esempio reale: alcuni anni fa giunge nel mio studio una giovane ragazza consiglio il lavaggio intestinale in aggiunta alle normali terapie da noi praticate: agopuntura, omotossicologia, oligoterapia…

Verso la fine della settimana di preparazione, e per la precisione il sabato pomeriggio, la ragazza mi chiama per dire che crede che il suo intestino sia completamente “pulito” in quanto ormai evacua solo acqua.

Le rispondo di aver pazienza solo un giorno (il lunedì si sarebbe effettuato il lavaggio) e di ricordare che, come vedremo più avanti, durante la preparazione vengono eliminate le feci “normali”, cioè quelle che normalmente si sarebbero eliminate nei giorni seguenti, mentre a noi interessa rimuovere gli eventuali vecchi depositi.

Il lunedì la paziente si presenta sempre più convinta di essere completamente pulita ma, con sua sorpresa dopo alcuni minuti di lavaggio cominciavano a comparire i primi filamenti dei residui fecali, sempre più abbondanti man mano che il lavaggio procedeva finchè, per lei incredibilmente, si vedevano fluttuare dei semi di lino.

La cosa era sorprendente in quanto erano sei anni che la ragazza non prendeva più i semi di lino per aiutare l’intestino, eppure ancora alcuni di essi erano presenti, annidati chissà da quanto tempo nelle pieghe del suo intestino!!

Vediamo ora in pratica come correttamente si dovrebbe procedere:

1) colloquio preliminare volto ad escludere quei pochissimi casi in cui il lavaggio è sconsigliato

2) assegnazione della terapia di preparazione (questo è un passaggio fondamentale in quanto la consistenza dura dei vecchi residui non ne consentirebbe l’eliminazione; inoltre vanno eliminate le feci più recenti) che deve durare una settimana.

3) Si procede al lavaggio vero e proprio con l’idonea apparecchiatura e personale specializzato in quanto è utilissimo se non indispensabile, durante il lavaggio, massaggiare l’addome favorendo il riempimento migliore e lo svuotamento più efficace scegliendo i tempi e adatti in collaborazione con il paziente, può essere anche utile fargli fare dei cambiamenti di posizione nel lettino (rotazioni di 30°-45° per favorire lo svuotamento con una particolare angolazione).

In alcuni casi ricorriamo allo stimolo, alle peristalsi con agopuntura ma questo solo con pazienti che hanno problemi neurologici e comunque sempre in maniera indolore.

4) colloquio finale con indicazioni alimentari

5) assegnazione della terapia per reintegrare correttamente le F.B.I.

Normalmente consiglio in media un lavaggio all’anno anche se eccezionalmente si può ripetere anche dopo pochi mesi ma questo solo nel caso, raro per altro, che il primo sia risultato per qualche verso insufficiente.

In conclusione ed a ulteriore rafforzamento di quanto detto finora un dato: le patologie tumorali dell’intestino, da noi sempre più frequenti sono praticamente sconosciute in quelle popolazioni la cui alimentazione consiste essenzialmente in cereali in chicchi, legumi, frutta, verdura e ortaggi ma pochissima carne o pesce e nemmeno zucchero raffinato o farine raffinate.

È quindi evidente che:

1) è di fondamentale importanza tenere l’intestino il più pulito possibile non soltanto con la periodica (annuale pulizia cioè l’idrocolon) ma anche

2) la regolazione in tal senso dell’alimentazione ed in generale

3) dello stile di vita in cui gioca un ruolo fondamentale l’esercizio fisico con particolare attenzione alla ginnastica addominale oltre alla passeggiata/passo veloce/corsa leggera a seconda dei soggetti. Un breve cenno infine al ruolo della masticazione purtroppo sempre o quasi trascurata da noi ma che gioca un ruolo fondamentale anche in questo settore.