INTOLLERANZE ALIMENTARI
Lo studio
sulle reazioni allergiche agli alimenti fa parte di quella metodica medica,
complementare alla tradizionale, chiamata Ecologia clinica, lo studio cioè
delle reazioni del nostro
organismo all'ambiente esterno.
L'idea che l'allergia a determinanti alimenti procuri reazioni alterate all'organismo
è conosciuta da tutti (intolleranza al glutine od al lattosio nei bambini)
ma ben pochi sanno che dette reazioni possono manifestarsi in maniera “mascherata”,
provocando disturbi cronici a qualsiasi organo ed al sistema emotivo.
Difatti le tossine che si formano durante la risposta all'intolleranza hanno
un organo bersaglio specifico per ogni persona.
Recentemente poi è stata valutata la possibilità che certi cibi,
pur non dando reazioni francamente allergiche (che cioè chiamano in
causa il sistema immunitario) possono comunque essere dannosi per l'organismo.
Ciò avviene in quanto sarebbero alterati in quantità (cioè
scarsamente presenti) o in qualità (cioè meno attivi del normale)
alcuni enzimi. Gli enzimi sono quelle molecole che servono all'organismo per
utilizzare, distruggero e ricostruire le molecole introdotte con l'alimentazione.
Siccome gli enzimi sono prodotti dall'organismo stesso in base al DNA individuale
e siccome non esistono al mondo due individui uguali cioè il cui DNA
sia perfettamente identico, ne deriva che ogni individuo ha un suo preciso,
specifico DNA e quindi patrimonio di enzimi e quindi un suo “speciale” rapporto
con i vari cibi. Per accertare quest'ultima evenienza i normali test ematici
(cioè del sangue) non sono sufficienti in quanto misurano solo le reazioni
del sistema immunitario. Con il test elettronico basato sull'E.A.V. (Elettroagopuntura
di Voll) valutiamo l'eventuale presenza di quest'ultimo tipo di intolleranza.
Basata sugli studi di Voll sull'agopuntura, questa macchina misura le più
piccole variazioni di corrente elettrica alle estremità del nostro
organismo (dell'ordine di millivolts). Tali correnti erano conosciute dall'antica
medicina Cinese che chiamava “canali” o “meridiani” i percorsi da tale energie
e “punti” i luoghi dove è più facile misurarla.
Questa tecnica richiede però per essere attendibile una serie di accorgimenti
che riguardano sia l'ambiente in cui il test viene svolto sia la persona che
al test si sottopone.
Innanzitutto
l'ambiente:
Non ci devono essere influenze esterne di disturbo: onde radio e quindi ripetitori
radio-tv per telefoni cellulari troppo vicini. A tale scopo abbiamo chiesto
la consulenza del Prof. Ermanno Cardelli della facoltà di ingegneria
dell'Università di Perugia il quale con le apposite attrezzature ha
certificato l'idoneità dell'ambiente.
2) L'impianto elettrico della stanza è stato realizzato in modo da
far capo ad un disinseritore esterno che ci consente, durante l'effettuazione
dei tests, di togliere corrente alle zone dove il test viene effettuato.
3)La sedia su cui siede il paziente è stata costruita appositamente
senza l'uso di colle o vernici e, nel pianale d'appoggio della mano, i chiodi
sono stati ricoperti con stucco isolante.
I telefoni cellulari devono essere lasciati fuori stanza.
Per quanto
riguarda la persona:
Possibilmente non assumere farmaci il giorno del test (parlarne con il medico)
Due ore prima del test niente caffè, né tè forte, niente
alcool e sigarette
Indossare possibilmente vestiti non sintetici
Prima del test lavarsi le mani solo con acqua
Prima del test si devono togliere tutti i metalli
Importantissimo, venire ben riposati e tranquilli
Distinguiamo
3 livelli di intolleranza: lieve, medio, grave, in base alle modifiche energetiche
rilevate dagli elettrodi sui punti: quando un cibo infatti non è ben
tollerato provoca un'alterazione del flusso elettrico che viene rilevato strumentalmente.
Quando un'intolleranza è grave cioè la modifica dell'energia
è notevole l'alimento va escluso dell'alimentazione per 60 giorni;
quando è di media entità per 30 giorni; per soli 15 giorni se
è lieve.
E' comunque evidente che anche in seguito dovremo prestare attenzione in maniera
proporzionale nell'uso di quei cibi cui siamo risultanti intolleranti.
Tavolta può accadere che il paziente presenti molte intolleranze, troppe
per essere considerate normali (di regola si possono avere 3-4 intolleranze
vere) in tali casi siamo sicuramente in presenza di una intossicazione generale
per cui è opportuno procedere ad una distintossicazione dell'organismo
(dieta mirata, idrocolonterapia, drenanti fitoterapici e/o omotossicologici)
in modo da eliminare gran parte di questi falsi positivi. Altra evenienza
abbastanza frequente è la rilevazione di una non intolleranza in presenza
di un cibo che il paziente invece riferisce di non tollerare normalmente.
Ciò accade perchè i cibi da noi testati sono rigorosamente biologici
e quindi la falsa intolleranza può essere fatta risalire a qualche
pesticida o additivo o conservante di quell'alimento.
Al termine del test comunque viene sempre programmato l'incontro con il medico
che avrà il compito di chiarire ulteriormente la situazione ed indicare,
rispondendo alle esigenze del paziente, il programma più idoneo di
riequilibrio e mantenimento.