Dal morbo di Parkinson al morbo di Crohn. Come affrontare le grandi malattie autoimmuni

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Parlando delle malattie autoimmuni come il morbo di Parkinson, quello di Crohn, l'artrite reumatoide, la sclerodermia e il diabete dobbiamo innanzitutto affrontare il problema di comprendere che cosa sono e di come funziona il meccanismo autoimmune che ne è responsabile. Sono sicuramente provocate da uno squilibrio del sistema immunitario che improvvisamente anziché limitarsi ad aggredire virus, batteri, cellule tumorali e tutto quello che è estraneo all'organismo, va ad aggredire le proprie strutture. È così che si determinano le degenerazioni ...(di che cosa??) nel Parkinson, della mielina nella sclerosi multipla, delle mucose nel morbo di Crohn, delle articolazioni nell'artrite reumatoide. L'origine di queste malattie non è chiara, anche se già nel secolo scorso il medico tedesco Rekeweg aveva formulato l'ipotesi, che oggi siamo portati a considerare la più corretta, sulla loro origine tossica. Anche la dottoressa russa Cousmina ha messo in relazione la sclerosi multipla e le patologie oncologiche da una parte con l'inquinamento dall'altra con la mancanza di alcuni potenti antiossidanti come gli acidi grassi polinsaturi come omega3, omega6, omega9. In realtà anche questa teoria può essere ricondotta a quella di Rekeweg quando parlava di un'anomala filtrazione da parte dell'intestino di sostanze tossiche provocata dall'alterazione della flora batterica microbica intestinale in presenza di inquinamento e alimentazione scorretta. Tale anomalia fa sì che le sostanze tossiche si accumulino a tal punto che il fegato, che è un depuratore naturale, non riesca più a gestirle correttamente attraverso un processo di riduzione della loro tossicità indispensabile perché i reni possano eliminarle. Da questi processi anomali risultano combinazioni/molecole, chiamate da Rekeweg peptidi selvaggi, che nella loro struttura richiamano la composizione di tessuti dell'organismo. A questo punto il sistema immunitario confuso da questa somiglianza attacca indistintamente sia le molecole anomale sia le molecole sane prodotte dal fegato. Viene quindi distrutto un po' alla volta anche il tessuto non malato. Le malattie autoimmuni sono oggi chiamate anche mitocondriali perché in esse si manifesta un abbassamento dell'energia dell'organismo che il mitocondrio, quella parte della cellula deputata a produrre appunto energia, non riesce più a produrre correttamente. Il biochimico americano Martin Pall ha realizzato in un suo libro uno schema in cui appare evidente come tra le possibili cause delle patologie autoimmuni ci siano praticamente tutte le più grandi componenti tossiche ambientali dei nostri giorni. Quanto detto fino a questo momento ci porta all'identificazione della terapia secondo noi più idonea per affrontare tutte queste patologie: il digiuno*. Esso è infatti la più completa forma di disintossicazione e rigenerazione di cui disponiamo e risponde perfettamente alla necessità dell'organismo di eliminare ogni elemento tossico accumulato. È innegabile che le malattie autoimmuni abbiano oggi una diffusione enorme rispetto anche soltanto a cinquanta anni fa quando erano rarissime. È oltremodo preoccupante notare come si stia abbassando l'età media di insorgenza della malattia, con casi di Sclerosi Multipla accertata anche in pazienti di tre anni. Tutto questo in evidente rapporto diretto con il continuo aumento dell'inquinamento. Per affrontare nel migliore dei modi queste patologie possiamo da una parte contrastarne direttamente le cause come virus, batteri, eliminazione delle tossine e quant'altro, dall'altra rafforzare l'organismo. La prima è un'azione difensiva, la seconda aggressiva e la combinazione delle due dà i risultati migliori. Da una parte si elimina l'inquinamento attraverso la disintossicazione ottenuta con il digiuno, la fitoterapia e in genere tutte quelle terapie naturali e non invasive che aiutano a combattere le cause di una patologia senza effetti collaterali che possono portare al progredire della malattia stessa. A questo si aggiunge l'agopuntura e l'omotossicologia soprattutto con le sue capacità di drenaggio, antiinfiammatorie, antidolorifiche e così via. Tra il pool di terapie utilizzate trova spazio anche l'alimentazione che deve essere particolarmente curata per mantenere i risultati via via raggiunti. Le terapie intensive come il digiuno possono infatti portare a delle regressioni importanti delle patologie, ma una volta ottenuti, o comunque innescato un meccanismo reattivo positivo di guarigione, il paziente non può ovviamente continuare la fase di digiuno. È fondamentale quindi dare grande importanza all'alimentazione effettuando tra l'altro un giorno di digiuno settimanale autogestito o la micoterapia in cui vengono utilizzati funghi con particolari valenze per esempio nella rigenerazione della mielina. *Ricordiamo in particolare gli studi di Walter Longo a Los Angeles che stanno dando al digiuno una grande valenza inclusa quella di probabilmente attivare le cellule staminali.