La sclerosi multipla e il regime alimentare
La sclerosi multipla, o sclerosi a placche, è una
malattia neurologica del sistema nervoso centrale (SNC) che colpisce, e può
arrivare a rendere praticamente inaccettabile la qualità della vita, a oltre
tre milioni di persone nel mondo. In Italia i malati sono più di 50.000.
La ricerca che da
oltre 15 anni stiamo portando avanti con successo nel nostro centro dimostra
che la terapia del digiuno, seguita da un regime dietetico con alimenti
biologici poveri di grassi saturi con uso di integratori costituiti da
complessi vitaminici, sali minerali e acidi grassi polinsaturi, ha effetti
benefici sorprendenti nei pazienti affetti da sclerosi multipla.
Tale patologia
consiste in una perdita di funzionalità dei neuroni, cellule altamente
specializzate nella ricezione, trasporto e trasmissione di segnali elettrici,
coinvolti a livello del sistema nervoso centrale. In pratica i nervi perdono il
rivestimento isolante ( che si chiama “mielina”) rivestimento fondamentale per la
corretta trasmissione degli impulsi stessi .
Sul piano clinico, la sintomatologia d’esordio può essere varia per
intensità e tipologia. Dopo il primo attacco, comunque, segue una remissione
che inevitabilmente prelude a una lenta progressione. È importante sottolineare
che la sclerosi multipla è una malattia relativamente recente: il primo caso
venne registrato nell’Ottocento e per questo è stata definita “una malattia dei
tempi moderni”.
Per quanto riguarda
le possibili cause della malattia, la scienza medica tradizionale non è
riuscita ancora a formulare una tesi certa né a mettere a punto una terapia
efficace e praticabile. Le ipotesi eziologiche , e di conseguenza le ricerche ,
si basano comunque su due diversi fattori: genetico e ambientale. Se è vero che gli studi in
passato tendevano ad escludere il fattore genetico come determinante le recenti scoperte dell’epigenetica rimettono tutto in discussione .
D’altra parte è altrettanto vero che la diffusione della malattia avviene
nelle aree maggiormente sviluppate (Europa, Canada, Stati Uniti, Australia e
Nuova Zelanda) dimostrando l'importanza del fattore ambientale nell'incidenza
della malattia.
È opportuno inoltre
rilevare come i casi di SM siano drammaticamente aumentati negli ultimi cento
anni, a conferma che la causa o la concausa della malattia va ricercata anche
in un fattore ambientale che si è rivelato sempre più determinate in senso
negativo nell’ultimo secolo.
Alcune ricerche
rivelano che nella prevalenza dei casi di sclerosi multipla vi sia una tendenza
alla diminuzione da Nord a Sud e dalle zone interne a quelle costiere nelle
stesse aree ad alto rischio. In questi casi i fattori genetici non sembrano
poter influire sulla differente distribuzione della malattia fra popolazioni etnicamente
omogenee e quindi il fattore ambientale sembra esserne il principale
responsabile. In particolar modo, da alcune ricerche effettuate, si può
arrivare a considerare il regime alimentare come il maggiore responsabile e far
propendere per l’ipotesi di una cattiva alimenzazione come fattore decisivo per
la comparsa della sclerosi multipla.
Se si esaminano le
abitudini alimentari dei paesi che fanno parte delle aree ad alta prevalenza di
SM, si possono facilmente riscontrare alcune caratteristiche comuni sulle quali
gli studiosi concordano: in particolare, il forte consumo di latte e derivati e
di grassi saturi di origine animale come fattore presente in aree di incidenza
della SM.
L’alimentazione meno
ricca di questi alimenti, per esempio quella dei paesi mediterranei, sembra
confermare la minore incidenza della malattia in tali zone e sottolineare
l'importanza del fattore ambientale, e più precisamente del regime alimentare,
nella diffusione della malattia.
Un’altra considerazione per confermare
l'importanza di una corretta alimentazione è considerare l'aumento della
patologia avvenuto in questi ultimi cento anni nei paesi occedentali. Sono
stati anni in cui c'è stato un notevole aumento di grassi saturi di origine
animale nell'alimentazione, un incremento di latticini e cereali e una
evidentissima diminuzione degli acidi grassi polinsaturi biologicamente
disponibili. Ricordiamo inoltre la diffusione del fast food, l'incremento nei
cibi di additivi, coloranti e conservanti e lo sconsiderato uso di prodotti
chimici nell’agricoltura su larga scala.
Possiamo dunque
concludere che il fattore ambientale ‘dieta’ sembra fornire spunti importanti
per essere preso in considerazione quale causa o concausa della sclerosi
multipla in soggetti geneticamente predisposti.
Effetti
della digiunoterapia nei pazienti affetti da sclerosi multipla
Come la maggior
parte delle persone affette da SM sa bene, il trattamento di cura è chimico e
basato sulla riduzione delle crisi acute
tramite farmaci cortisonici i cui effetti nel lungo periodo possono essere
negativi. È comunque evidente che l’approccio sia fondamentalmente
sintomatologico e di come non ci si preoccupi minimamente di risalire alle
cause della malattia e tantomeno di eliminare o almeno ridurre i fattori di
rischio che la determinano.
A questo proposito
ci pare interessante ricordare la ricerca condotta a partire dal 2006 dal
professor Giuseppe Matarese dell’Istituto di Endocrinologia e Oncologia
sperimentale (Ieos) del Cnr di Napoli, che ha messo in evidenza l’influenza del
tessuto adiposo e dello stato nutrizionale dell’organismo sul sistema
immunitario e l’esistenza di una relazione diretta tra produzione dell’ormone
leptina (un peptide implicato nella regolazione dell’appetito) e presenza di
malattie autoimmunitarie. Dalle sue ricerche si può ipotizzare che il
sovrappeso, tendenza che accomuna le società occidentali, potrebbe avere un
ruolo importante nell’aumento della frequenza delle malattie autoimmuni:
l’accrescimento del peso corporeo ha quindi come conseguenza l’alterazione del
nostro sistema immunitario. La
conclusione cui siamo portati a giungere è che nessuna delle tecniche
utilizzate dalla medicina ufficiale si è rivelata risolutiva, mentre il digiuno
si è sempre dimostrato un’ottima sinergia.
La
nostra esperienza di terapia della sclerosi tramite digiuno
La sclerosi multipla è stata la prima
patologia autoimmune su cui abbiamo verificato l’efficacia terapeutica del
digiuno nel nostro centro e quella di cui abbiamo una maggiore casistica ed esperienza
operativa. L’origine del percorso di ricerca e terapia che ci ha accompagnato
negli ultimi 15 anni ha visto la luce grazie a un nostro collaboratore
giapponese, il dr. Ito Aruki, e alla lezione della dottoressa Catherine
Kousmine (1904-1992), medico di origine russa e naturalizzata svizzera, che
aveva intuito il rapporto profondo, spesso determinante, tra il modo di
nutrirsi e lo stato di salute generale dell'organismo.
Il nostro studio ha applicato la terapia del
digiuno su malati SM e abbiamo avuto molti e significativi successi sia a
Perugia sia successivamente in Sardegna, dove si è creato un centro satellite
in cui trattiamo anche altre malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide e il
lupus. Numerosissimi esempi ci danno modo di constatare la diretta
corrispondenza che spesso si ritrova tra la terapia del digiuno e il
miglioramento delle condizioni cliniche dei pazienti. Eccone alcuni per tutti. La casistica
relativa al signor Luigi Farris, la cui storia di malattia era cominciata nel 1989 all’età
di 38 anni. Nel 1993 non era più in grado di guidare l’automobile e di lavarsi,
e riusciva a rimanere fermo in piedi per pochissimo tempo, tanto che gli venne
riconosciuto il 100% di invalidità. Dopo la digiuno terapia il signor Fabris
riprese la sua autonomia e arrivò anche a guidare da solo. E continua a farlo
anche oggi. O il caso della ragazza
sarda di 15 anni che, arrivata da noi con una evidente zoppia provocata dalla
SM, è rapidamente migliorata grazie al digiuno e nella quale tale intervento
terapeutico ha dimostrato nel corso degli anni il costante contenimento della
malattia. O ancora l'esperienza di una signora ammalata di sclerosi dal 1987
senza che nessun medico le avesse parlato con chiarezza del significato della
diagnosi. Nel 1988 decide di avere un figlio e a quel punto il neurologo da cui
è in cura è costretto a parlarle apertamente del problema sconsigliandole
caldamente di affrontare una gravidanza. Dopo la comunicazione della diagnosi,
la signora ha una crisi molto intensa che la porta a una paresi degli arti
superiori e inferiori. Giunta al nostro centro, decide di sottoporsi a due
settimane di digiuno dopo le quali non rileva più alcun sintomo della malattia.
Ha superato tranquillamente la gravidanza e a distanza di anni, osservando
periodi annuali di sette giorni di digiuno, non ha avuto più alcun problema
legato alla sclerosi multipla.
Nonostante le
difficoltà di mantenimento dei risultati riscontrate in alcuni casi, possiamo
comunque vantarci di osservare pazienti della prima fase sperimentale del 1995
che a tutt’oggi possono dire di godere di una buona salute con evidenti
miglioramenti rispetto alla situazione rilevata prima del trattamento.
Analizzando inoltre i numerosi casi
esaminati in questi anni possiamo affermare che, accanto al digiuno, si rivela
di importanza fondamentale il rapporto tra psiche, sintomi fisici e resistenza
alla patologia e per questa ragione nella pratica ordinaria del medico siamo
convinti dovrebbe sempre essere considerata parte integrante della clinica
medica l’attenzione alla comunicazione con il paziente.
Prendendo infine in
considerazione gli interventi sinergici che mettiamo a disposizione di un
paziente affetto da sclerosi assieme al digiuno, possiamo citare:
- l’idrocolonterapia per la pulizia dell’intestino, dove si deposita tutto l'inquinamento
che mangiamo e parte di quello che respiriamo;
- agopuntura e omeopatia per ridurre al minimo l’introduzione di molecole tossiche.
Possiamo aggiungere
come osservazione finale che l'accoglienza che gli ambienti istituzionali hanno
sempre riservato alla nostra sperimentazione terapeutica non è mai stata
entusiastica e ha bloccato la possibilità di approfondire una ricerca che
promette grandi benefici ma che necessita di approfondimenti per poterlo
portare al massimo delle potenzialità.
L’aumento dei casi di malattie legate alle reazioni autoimmunitarie è
evidentemente in relazione con un inquinamento ambientale sempre più
pronunciato. In questo scenario globale e in evoluzione peggiorativa, l’alimentazione
resta al vertice del nostro iter di lavoro in quanto è una delle poche cose su
cui possiamo agire.
Correlazioni
tra digiuno e sclerosi multipla in
letteratura scientifica
Esiste un’ampia letteratura scientifica,
anche se piuttosto scollegata, inerente agli effetti che una dieta opportuna
porta allo sviluppo dei corpi chetonici, come avviene nel digiuno, sul sistema
nervoso.
I processi positivi per il sistema
nervoso centrale derivanti dal digiuno si sono potuti riscontrare in casi
riguardanti l'epilessia, la SLA e per mantenere in generale giovani le cellule
cerebrali, nonché per prevenire patologie degenerative come l’Alzheimer e il
Parkinson. Nel nostro centro in Sardegna abbiamo seguito un paziente anziano
affetto da Parkinson farmacologico, nel quale abbiamo osservato già dopo pochi
giorni di digiuno la scomparsa del caratteristico tremore. È comunque
necessaria una grande spinta di ricerca che ci conduca a individuare i
capisaldi della base biologica su cui poggiano i successi terapeutici del
digiuno nei confronti della sclerosi, ma, allo stesso tempo, possiamo ritenerci
fortunati ad avere a disposizione una tecnica così semplice e alla portata di
tutti come il digiuno, che in un solo momento terapeutico raccolga così tanti
effetti benefici.