TIROIDE

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Le patologie della tiroide sono in grandissimo aumento negli ultimi anni soprattutto a causa del grave peggioramento delle condizioni ambientali con particolare riferimento all’inquinamento radioattivo ma non solo.

Non è sicuramente da trascurare la grande sensibilità al rumore eccessivo della ghiandola ed è fuor di dubbio che la rumorosità dei nostri centri abitati, sul posto di lavoro, in discoteca e perfino in automobile sia enormemente aumentata negli ultimi anni (inquinamento acustico).

Per risolvere i problemi (ipoiper tiroidismo, la presenza di noduli...) si praticano delle terapie in sinergia che non mirano a sostituire la funzione della ghiandola stessa finendo quasi inevitabilmente per indebolirla (un po’ come il gesso portato a lungo finisce per indebolire la muscolatura dell’arto, gamba o braccio, di cui è messo comunque a protezione) . Sia l’agopuntura, sia l’omotossicologia, sia l’oligoterapia ma soprattutto l’uso corretto in sinergia di queste metodiche ci consente di arrivare allo scopo di riequilibrare il sistema. Infatti  la tiroide è inserita in un sistema molto complesso, quello endocrino appunto, di cui purtroppo ne conosciamo solo alcuni aspetti. Continuamente vengono scoperti dal progresso scientifico nuovi ormoni, nuove sostanze che, se da una parte ci spiegano alcuni passaggi ed arricchiscono la  nostra conoscenza, dall’altra ribadiscono il fatto che comunque ci mancano sempre dei pezzi del puzzle costituito dall’insieme di tutti gli ormoni in armonia tra di loro. E’ risaputo che la somministrazione di cortisone, una sostanza che imita le funzioni di un ormone prodotto dal nostro organismo, anche se a fin di bene, non può nel tempo non alterare l’equilibrio di altri settori portando, per esempio, al diabete, all’osteoporosi... e questo proprio grazie alla interconnessione di tutti gli ormoni.

Ma tornando alla tiroide, la medicina si preoccupa per esempio dell’effetto che su di essa  possa avere una eccessiva produzione di TSH (ormone che stimola la tiroide) da parte dell’ipofisi.

A questo punto vengono somministrati farmaci che non possono non interferire, come dicevamo prima, con il sistema. L’agopuntura invece ci consente di intervenire globalmente sui regolatori del sistema endocrino (soprattutto ipotalamo e ipofisi) oltre che  sulla tiroide stessa, in modo da non alterare l’equilibrio generale; e lo stesso intervento non sarà prepotente e sostitutivo, ricordiamo che il nostro cervello compie circa 5 miliardi di operazioni al secondo per regolare l’omeostasi (l’equilibrio del corpo in tutte le sue funzioni) mentre noi somministriamo un farmaco “un tanto al chilogrammo di peso al giorno”! Non dimentichiamo mai che il corpo è una macchina quasi perfetta che si autoripara e quindi noi dobbiamo favorire, naturalmente quando abbiamo la possibilità e la conoscenza per farlo bene, e non sostituire questo lavoro, pena la perdita delle capacità di funzionamento degli organi; in questo caso delle ghiandole, da noi “messe a riposo”. In tal senso lavora  anche l’omotossicologia, ramo moderno dell’omeopatia classica,  comunque sempre assolutamente innocua per il paziente. L’oligoterapia infine ci consente di equilibrare le funzioni più sottili attraverso l’equilibrio dei minerali. Ci sono infatti degli elementi che, anche se in quantità infinitesimale, essendo componenti fondamentali degli enzimi, cioè dei catalizzatori delle reazioni biochimiche del corpo, in pratica fanno in modo che “tutto funzioni” nel nostro organismo e quindi è assolutamente fondamentale che non vengano mai a mancare in tutto o in parte. La considerazione comunque che mi ha fatto preferire questo approccio a quello tradizionale imparato all’università è stata senza dubbio quella che alla fine di un lavoro ben fatto mi trovavo d’avanti ad un corpo che era tornato in grado di autogestirsi, era guarito; nell’altro caso (medicina sostitutiva) avevo creato una dipendenza farmacologica che manteneva si l’equilibrio ma nel tempo poteva portare a tossicità, a effetti collaterali e comunque ad una dipendenza, uno stato di continua malattia anziché alla guarigione.